Cravatte

La Cravatta

La cravatta è una compagna insostituibile: unico elemento con note di colore capace di offrire un tocco di originalità all’abbigliamento maschile o confermarne la sobrietà con garbo e leggerezza. Attraversa le mode per sottolineare l’eleganza del nostro aspetto, è sempre presente nel guardaroba di chi desidera un’immagine curata di sé. Chi non ama indossare la cravatta perché si sente soffocare può sganciare il primo bottone della camicia acquistando un’aria di eleganza distratta; più difficile rimediare quando ci accorgiamo che le scarpe comprate per l’occasione a cui stiamo partecipando si stanno inesorabilmente rivelando sempre più strette col passare dei minuti.

Note Tecniche

Nelle cravatte l’imbottitura è realizzata normalmente accoppiando due telette sagomate: una più pesante, l’altra più elastica: insieme conferiscono la giusta corposità alla cravatta e flessuosità al nodo

La cravatta 7 pieghe è quella cravatta che, simulando i già citati soldati croati del XVII – XVIII secolo, viene realizzata piegando su se stessa la seta (naturalmente per 7 volte) così da ottenere una corposità sufficiente da non aver bisogno di nessuna imbottitura interna di sostegno.

La cravatta ha un cappietto applicato sul retro: il passante. Serve a far entrare il codino (o pala posteriore) perché faccia corpo unico con la pala anteriore. In assenza del passante questa funzione viene assolta dall’etichetta.

La cravatta è cucita con un filo (detto frizione) che, scorrendo per la lunghezza della stessa, impedisce al tessuto di arricciarsi quando si stringe il nodo.

Un po' di Storia

Non siamo in grado di stabilire con esattezza l’origine della cravatta.

Ci sono versioni che la fanno risalire ai mercenari croati al soldo di Luigi XIV di Francia: pare che usassero avvolgere su se stesso un panno di seta per poi annodarlo al collo e conferire un segno di maggior distinzione alla propria uniforme.

In tal senso l’iniziativa del parlamento croato che nel 2008 ha decretato il 18 ottobre “giorno della cravatta”, pare confermare questa teoria.

Più facilmente come spesso succede, le origini sono più sfumate poiché già nell’antichità presso diversi popoli, guerrieri, sacerdoti e personaggi di rilievo della comunità usavano adornarsi il collo con drappi colorati quale segno distintivo e comunque, anche allora, i freddi inverni consigliavano di riparare la gola ed il collo con drappi caldi e confortevoli a chiunque potesse permetterselo. In ogni caso, dalla seconda metà del XIX secolo, la cravatta comincia, con colori generalmente molto sobri, ad assumere una forma simile a quella che conosciamo. Nei primi decenni del novecento la cravatta si diffonde con grande rapidità sottraendo al papillon il primato di accessorio principe. Gradualmente la seta diventa il tessuto preferito per confezionare questo straordinario elemento di distinzione e dal secondo dopoguerra, i disegni, spesso ispirandosi alla pittura astratta ma anche ad elementi della vita quotidiana, acquistano forme sempre più fantasiose e colori brillanti. Oggi, con una tendenza già accennata alla fine del XX secolo, siamo tornati gradualmente a disegni più sobri, dimensioni più contenute e colori meno chiassosi e la confezione della cravatta, diventata oggetto di culto, sempre più spesso affidata alla cura di abili artigiani

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